Tutto è parte del Pūrā: un racconto per DnD 5e

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Come il racconto pubblicato la settimana scorsa, anche Tutto è parte del Pūrā è un racconto per DnD 5e nato per dare forma e sostanza a Tal’a Vaaresi, guerriera dalle sfumature spirituali.

Anche in questo caso, la fonte d’ispirazione principale è La paura del saggio di Patrick Rothfuss. Dagli Adem incontrati da Kvothe ho infatti rubato parte della filosofia del Lethani, che qui ho ribattezzato come Pūrā.

divisore

Il villaggio è silenzioso. La luna ne accarezza i margini, disegna i contorni delle case sparse qua e là per la piccola radura. Ferma al limitare del bosco, Tal’a osserva il villaggio con un accenno di sorriso. Accanto a lei, il Grande Albero danza, adagio, sotto i refoli del vento.

Tal’a respira a pieni polmoni l’aria fresca di quella notte d’estate. Intorno a lei, gli uccelli notturni cantano la gioia di riaverla a casa. Tutto, in quel posto, sembra felice di accoglierla. Il vento soffia timidamente sulle sue spalle, le cinge la vita come un amante lieto di poterla riabbracciare. Tal’a si fa guidare adagio verso gli edifici, la notte come unico suono a scandire i suoi passi soffocati.

Arrivata sulla soglia esita un attimo, il tempo di un respiro o del battito del suo cuore. È sufficiente perché l’uscio si spalanchi e due braccia calde, familiari, l’avvolgano. Non ci sono parole ad accompagnare quel gesto, le mani d’altronde sono occupate a stringerla forte, il viso è tuffato tra i suoi capelli che odorano di viaggio e di terre lontane.

la volta stellata
Scortata dal vento e sostenuta dalla luna | Dal racconto per DnD 5e: Tutto è parte del Pūrā

Tal’a si stringe al petto di Lae, respira l’aria di una casa che le è mancata fin troppo. Quando il fratello scioglie l’abbraccio, Tal’a lo osserva nella penombra del focolare, che ne disegna la sagoma come fosse un artista. Bentornata. Ci sei mancata. Lae segna piano, come se volesse far durare quelle parole il più a lungo possibile. Si scosta per farla entrare, le prende con delicatezza lo zaino e lo abbandona accanto alla porta chiusa, lì dove dovrà rimanere per le prossime settimane.

Anche voi mi siete mancati. Vaar e Fa’r? Tal’a si guarda intorno, cercando la madre e la sorella nel piccolo ambiente decorato di piume e tappeti multicolore.

Dormono. Ti hanno aspettata finché hanno potuto, ma il sonno ha avuto la meglio. C’è affetto, nei gesti di Lae, una gentilezza spontanea che lo ha sempre contraddistinto. Le fa cenno di sedersi accanto al fuoco e si siede davanti a lei, ginocchia contro ginocchia, come facevano quando abitavano ancora insieme. È un gesto d’affetto di cui Tal’a ha sentito nostalgia. Anche se ha sempre saputo che il Pūrā l’avrebbe riportata a casa al momento giusto, non ha passato giorno senza sentire il bruciante bisogno di rivederli.

Restano seduti per minuti interi, senza parlare, cullati solo dal calore e dalla semplice e perfetta bellezza di essere di nuovo insieme. Tal’a lo osserva con attenzione, cercando gli stessi segni di cambiamento che lui sta cercando in lei. I mesi di separazione gli hanno fatto crescere i capelli; ora cadono morbidi sopra le spalle, rese più massicce dagli allenamenti e dalle traversie dei viaggi. Diverse nuove cicatrici solcano la sua pelle, ma gli occhi, quelli sì, sono sempre gli stessi. Dolci, protettivi, familiari. Tal’a sa che, nel profondo, Lae non è cambiato. In lui alberga ancora l’animo puro del ragazzo con cui è cresciuta.

Lei, dal canto suo, si sente diversa. L’ha notato nell’istante in cui ha messo piede nel villaggio, scortata dal vento e sostenuta dalla luna. E anche se cerca di nasconderlo, sa che anche Lae l’ha notato. Lui però non dice niente, la osserva con dolcezza e aspetta che sia lei a parlare. Che sia lei ad aprirgli il suo cuore.

Ho ucciso un uomo. Le dita segnano le parole senza che lei le possa controllare. Sa che è il Pūrā a guidarla, e sa che parlarne con Lae è la cosa giusta da fare. Eppure ha paura, teme la reazione del fratello più di quanto ha temuto per se stessa quando è accaduto. C’è mancato poco che si spezzasse e ora la sensazione di portarsi dentro dei frammenti mal fissati la ossessiona.

Lae non si scompone, non un segno di turbamento intacca il suo sguardo limpido. È morto nel modo giusto?

È morto secondo il Pūrā. La risposta è quella giusta, ma Tal’a non la sente sua. Gli occhi di quell’uomo hanno tormentato i suoi sogni, Tal’a l’ha visto morire tante di quelle volte che ora ha come l’impressione di conoscere meglio la morte della vita. Come può esserci giustizia, in una vita che si spegne? Quelle parole le segna sul polso di Lae, lì dove il sangue scorre più rapido e il confine tra la vita e la morte è fragile e irrisorio. Vuole che anche lui senta quello che ha provato, vuole che conosca l’ombra che stritola il suo cuore.

Equilibrio nella diversità
Per ogni vita che si spegne, un’altra rinasce | Dal racconto per DnD 5e: Tutto è parte del Pūrā

Per ogni vita che si spegne, un’altra rinasce. Lae sceglie la punta del suo ginocchio per scrivere il suo messaggio. Le solletica la pelle, e anche questo è un gioco che da piccoli facevano di continuo. Se non si sentisse tanta oscurità dentro, Tal’a sorriderebbe a quel lieve pizzicorio. Ma chi mi dà il diritto di scegliere chi muore e chi resta? 

Tu. Tal’a lo guarda negli occhi, si perde in quell’azzurro così simile a quello della madre e della sorella. Un cielo infinito si rispecchia in quegli occhi che sanno, meglio di quanto lei abbia mai saputo. E che, nonostante tutto, non smettono mai di imparare. Tu hai il diritto di scegliere, perché tu calchi questa terra. Il Pūrā guida i tuoi passi, affila la tua lama. Ma sei tu a scegliere chi vive e chi muore.

È una responsabilità enorme.

È un onore immenso.

Il silenzio li avvolge, attutisce i loro respiri. Tal’a continua a disegnare sul polso di Lae, senza dire nulla ma dicendo tutto. Come faccio a sapere se la mia scelta è giusta? Come faccio a decidere se è corretto sottrarre una vita? Come convivo con un peso simile? Tutte quelle domande sono racchiuse lì, nelle sue dita che si muovono con frenesia, nello scoppiettio del fuoco che li riscalda e nel sibilo leggero del vento che riecheggia oltre la finestra.

E Lae capisce, coglie quelle sfumature perché è parte di lei, come lo sono la casa, il fuoco e il vento fuori dalla porta. Perché sono tutti parte del Pūrā.

Fidati del tuo istinto. Lui non ti tradirà mai. Sei parte del Pūrā è il Pūrā è parte di te. Non puoi sbagliare.

La notte si distende lieve, li abbraccia mentre sono ancora seduti l’uno davanti all’altra. E Tal’a lo sente, come ha cercato di sentirlo in tutte quelle settimane di viaggio, come ha combattuto per sentirlo nei suoi sogni. Lei è parte di Lae, è parte di quella casa ed è parte del clan. Non esistono scelte sbagliate. Tutto, d’altronde, è parte del Pūrā. 

Ci sono solo un onore immenso e una responsabilità enorme.

Un onore immenso e una responsabilità enorme| Dal racconto per DnD 5e: Tutto è parte del Pūrā

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